domenica 16 febbraio 2014

controcorrente



Piove, quando verso le nove, lascio l'auto al parcheggio dell' "Antica abbazia”.
Rimanere in attesa del consorte che alle prime gocce sul parabrezza ha cambiato idea, mi ha fatto tardare, ma la mia determinazione stavolta ha avuto il sopravvento.
Appena muovo i primi passi sulla strada sterrata sono colta della “sindrome del salmone”.
Frotte vocianti di camminatori con ombrelli, giacche e cappelli variopinti scendono in gran numero nel senso contrario al mio che risalgo verso il mio personale "Mar dei Sargassi".
Come talvolta nella vita, anche qui mi trovo a dover proseguire controccorente.
In prossimità del sacello di Santa Felicita avverto, con un certo stupore, la musica paesana provenire dagli stand della proloco dove i numerosi presenti si rifocillano con qualche bevanda.
Hanno tutti un cuore rosso al collo, realizzo perciò si tratti della marcia di San Valentino.Pensare che cercavo la solitudine...
I gradini della chiesetta sono un divertente caleidoscopio di colori. Sicuramente ogni partecipante riceverà in premio una di queste belle primule disposte in modo così grazioso; bella idea.
Proseguo.
La valle finalmente si fa silenziosa e più meditativa.
Persa nei miei pensieri, ho l'impressione che un bambino riccio e vivace ora mi preceda ora mi affianchi sorridente. E' il delicato ricordo di mio padre che negli anni delle scuole elementari abitava all'imboccatura di questa valle. Presa da quel velo di nostalgia avanzo di buon passo sotto una pioggia battente. Ah se riuscissi ad esser così determinata in tutte le cose!
La salita si fa più impegnativa  e per la mia imbranataggine già temo la discesa quando, di colpo, scorgo quel che cercavo: la cascata di trenta metri!
Soddisfatta, mi fermo per osservare ogni particolare intorno a me, quindi inverto la rotta e comincio a scendere.
Tra i pini, mi sorprendo a ripetere mentalmente dei versi di "d'annunziana" memoria che non immaginavo di rammentare:
Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.


Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,,....

e più giù, ancora
....su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t’illuse, che oggi m’illude...
Malgrado l'aura poetica, calo una balza,  che già avevo notato con preoccupazione salendo,  con l'agilità di un...elefante. Che sarà mai, mi sprono sorridendo, Annibale forse non ha fatto passar le Alpi ai pachidermi ?
La pioggia è cessata.
Abbracciata da un senso di pace interiore e benessere fisico, giungo alla chiesetta nel fondovalle quando... riecco i marciatori ancora in senso contrario al mio! Stavolta il gregge è sgretolato e più di uno, nel quale mi rispecchio,  mi chiede paonazzo quanto manchi all'arrivo.
Poco, rispondo beata.