sabato 17 marzo 2012

Feltre

Venerdì 16 marzo.
Fallito miseramente il primo tentativo di disfida del pomeriggio. 10 minuti andando a fare la spesa sono insufficienti e io ho troppe cose da fare.
Arriva la sera e mio marito, festeggiato del giorno, esprime il desiderio di andare a mangiar la pizza, magari a Feltre per cambiare,  dato che è il giorno del suo compleanno.
Sono contenta, ma nello stesso tempo fremo. Qui la disfida s’ha da fare, vuoi vedere che proprio adesso che siamo all’ultimo quarto dell’impegno quotidiano mi tocca buttare tutto all’aria?
Che destino, anche il nome della pizzeria , San Fermo, non induce a pensare a competizioni sportive…
Arrivati, scegliamo un tavolo con vista panoramica allettante sulla cittadella di Feltre, il torrione del castello di Alboino è  illuminato, mi piace davvero sto  posto ed veramente gradevole stare qui. Anche l’ambiente è rilassante, musica giusta di sottofondo, pizza ottima, personale gentile. Quand’ecco che il festeggiato sostiene  di intravvedere alle mie spalle  il marito di una mia amica, mi giro e…ma sìììììììì  c’è proprio Miriam, una mia compagna di scuola delle superiori tra le più affezionate che avevo perso di vista da un po’. Ci abbracciamo strette sorridenti felici e dopo un breve riassunto sommario degli ultimi anni ci diamo appuntamento proprio qui giusto fra un mese, data fissata da tempo per la rimpatriata del trentennio dal diploma.
Uscendo dal locale, comincio a pensare alla disfida a…voce alta.  Mio marito, sant’uomo, non propone di fare una passeggiata a Feltre centro storico? Sono salva!
Parcheggiata l’auto,  passiamo in via Nassa davanti  all’istituto dove ho frequentato le superiori. Quanti ricordi imboccando i gradini della salita Cesana tra il duomo e la scuola!  Entriamo da porta Pusterla in uno dei  luoghi più affascinanti di Feltre dove non manchiamo mai di passare ogni volta che visitiamo questa cittadina. Percorro allegra la scalinata  davanti ai miei familiari, per guadagnare per prima, incredula del  mio passo,  la scenografia di Piazza Maggiore. Grazie ad una telefonata del mio primogenito di auguri al papà,  per un momento l'intera famiglia si ricongiunge. Sta andando in treno a Paris e conveniamo, presi da un po' di nostalgia, di andar presto a fargli visita.
La disfida è alfine onorata alla grande  anche oggi e comincio a intravvedere il traguardo.

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