mercoledì 7 marzo 2012

ricordo

mercoledì

Oggi sono due anni che non ci sei più ma il ricordo di te e del tuo sorriso rassicurante  mi accompagna costantemente.  Oh mio capitano, come vorrei assomigliarti almeno un po'. Ai miei bambini hai dato così tanto che mi piace menzionare una  favola che a te sarebbe senz'altro piaciuta

 LA PICCOLA LARVA E LA LIBELLULA
da Agnes Browne nonna di Brendan O'Carrol

C'era una volta, sul fondo di uno stagno tranquillo, una colonia di larve d'acqua. Le piccole larve erano tutte molto felici anche se vivevano lontano dal sole. Trascorrevano lunghi mesi indaffarate, spostandosi velocemente nell'acqua e sulla soffice melma del fondale. Tutte avevano però notato che, di tanto in tanto, una di loro perdeva interesse alle attività delle compagne. La larvetta solitaria si arrampicava lungo lo stelo di una delle ninfee dello stagno, pian piano spariva allo sguardo delle amiche e nessuno la rivedeva più.
"Guarda" - disse una volta una delle piccole larve a un'altra - "una di noi sta salendo su per lo stelo della ninfea. Secondo te, dove sta andando? Su, sempre più su, pian pianino, dove va?". E proprio mentre la stavano osservando, la piccola larva sparì. Le sue amiche aspettarono e aspettarono ma lei non tornò più."È strano" disse una larva all'altra. "Ma non era contenta qui?" chiese una seconda. "E dove pensate che sia andata?" aggiunse una terza. Erano tutte molto perplesse. Alla fine, una delle larve d'acqua, quella che era a capo di tutta la colonia, riunì le compagne e disse: "Ho un'idea. La prima tra noi che salirà su per lo stelo di una ninfea deve promettere che tornerà a raccontarci dove è andata e perché". "Promesso!" dissero tutte solennemente.
Un giorno di primavera, non molto tempo dopo, la stessa larvetta che aveva proposto il piano si ritrovò a scalare lo stelo della ninfea. Saliva su, sempre più su. E prima ancora di rendersi conto di cosa stesse facendo, aveva ormai attraversato lo specchio d'acqua e si era ritrovata sulla larga foglia verde di una ninfea che galleggiava in superficie. Lì, si era addormentata.
Quando si risvegliò, si guardò intorno con sorpresa. Non riusciva a credere ai suoi occhi: era avvenuto un incredibile cambiamento! Si accorse di avere quattro grandi ali d'argento e una lunghissima coda. Il calore del sole la asciugò rapidamente, lei mosse le ali e si ritrovò improvvisamente a volare in alto, sopra la superficie dell'acqua: era diventata una libellula.
Lanciandosi in picchiata e volteggiando in grandi curve, volava nell'aria, emozionata da una novità così grande. Dopo un po', atterrò felicemente sulla foglia della ninfea per riposarsi. E proprio in quel momento guardò in basso, verso il fondo dello stagno. Si trovava esattamente sopra le sue vecchie amiche, le larve d'acqua! Loro se ne stavano come al solito a correre qua e là, proprio come lei aveva fatto fino a poco tempo prima. Solo allora la libellula si ricordò della promessa: "La prossima di noi che salirà su per lo stelo della ninfea tornerà a raccontarci dove è andata e perché". Senza pensarci due volte, si lanciò a capofitto nell'acqua. Però, appena toccò la superficie, rimbalzò via: ora che era diventata una libellula non poteva più rientrare nell'acqua. "Non posso a tornare," - disse dispiaciuta - "ci ho provato, ma non riesco a mantenere la promessa; comunque, anche se riuscissi a tornare, nessuna delle mie compagne mi riconoscerebbe. Mi sa che non posso fare altro che aspettare fino al momento in cui anche loro saranno diventate libellule. Solo allora capiranno cosa mi è accaduto e dove sono andata". E la libellula, con un battito di ali, volò via nel suo nuovo mondo di sole e di aria.
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Due anni senza te, due giri di disfida. Non ricordavo di aver già adempiuto all'impegno nella pausa pranzo  del mercoledì e...udite, udite, l'ho ripetuta nel buio della sera facendo i salti mortali per riuscire a trovare il tempo.
Questa è bella!






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